HARD TIMES - Charles Dickens (pagg. 11-13)

«Questo è un principio nuovo, una scoperta, una grande scoperta», disse il gentiluomo. «Bene, vi metterò alla prova un'altra volta. Immaginiamo di dover mettere un tappeto in una stanza. Scegliereste un tappeto con un disegno a fiori?».

Poiché cominciava a essere convinzione generale che con quel gentiluomo, il «No, signore» era sempre la risposta esatta, il coro dei no fu clamoroso. Solo pochi distratti risposero sì, e fra questi Sissy Jupe.

«Ragazza numero venti», disse il gentiluomo, sorridendo con la tranquilla consapevolezza di chi sa.

Sissy arrossì e si alzò.

«Così, nella stanza - o in quella di tuo marito, se fossi già donna e avessi marito - metteresti un tappeto con disegni a fiori?», chiese il gentiluomo. «Perché?».

«Se lo consentite, signore, amo molto i fiori», rispose la ragazza.

«E per questo li metteresti sotto i tavoli, le sedie, e lasceresti che la gente li calpestasse con scarpe pesanti?».

«Non ne soffrirebbero, signore, se lo consentite, non si schiaccerebbero né appassirebbero, sarebbero sempre una copia di qualcosa che è bello e gradevole alla vista, e io potrei immaginare...».

«Ahi, ahi, ahi! Non devi immaginare!», tuonò il gentiluomo, tutto contento di essere arrivato tanto facilmente al punto. «Ecco! Non devi mai immaginare!».

«Non devi farlo, Cecilia Jupe», ripeté solennemente Thomas Gradgrind. «Non devi mai fare nulla di simile».

«Fatti, fatti, fatti», ribadì il gentiluomo. «Fatti, fatti, fatti», ripeté Thomas Gradgrind.

«Dovete sempre farvi guidare e governare dai fatti», disse il gentiluomo. «Speriamo di avere tra poco un consiglio di fatti, composto da funzionari di fatti, che impongano al popolo di essere un popolo di fatti. Al bando la parola immaginazione! Non dovete averci a che fare. Nessun oggetto d'uso o di ornamento deve contenere nulla che contraddica i fatti. Nei fatti non si cammina sui fiori e così non dovrete comminare sui fiori di un tappeto; non si vedono uccelli esotici o farfalle appollaiarsi o posarsi sui piatti, quindi non vi sarà consentito di disegnare sul vasellame uccelli e farfalle. Non ci sono quadrupedi che passeggiano su e giù per le pareti, perciò non dovrete avere sulle pareti immagini di quadrupedi. Per tutti questi scopi, dovrete usare combinazioni e varianti (nei colori fondamentali) di figure geometriche che si possono provare e dimostrare. Ecco la nuova scoperta. Ecco il fatto. Ecco il gusto».

La ragazza fece una riverenza e si rimise a sedere. Era molto giovane e pareva spaventata dall'aspetto fattuale che il mondo sembrava offrire.

«Signor Gradgrind, se ora il signor M'Choakumchild vuol tenere la prima lezione, sarò lieto, com'è vostro desiderio, di osservare il suo metodo».

Gradgrind si dimostrò molto soddisfatto. «Signor M'Choakumchild, non aspettiamo che voi».

Il signor M'Choakumchild esordì nel migliore dei modi. Era uscito di recente dalla stessa fabbrica che, usando identici metodi e ispirandosi agli stessi principi aveva plasmato, oltre a lui, altri centoquaranta maestri, come se si fosse trattato di gambe di pianoforte. Aveva superato tutti gli esami possibili e aveva risposto a volumi interi di domande astruse. Ortografia, etimologia, sintassi e prosodia, biografia, astronomia, geografia e cosmografia generale, teoria delle proporzioni, algebra, agrimensura e livellazione, musica vocale e disegno dal vero: aveva tutto sulla punta delle sue dieci gelide dita. Con molta fatica si era fatto strada fino al molto Onorevole Consiglio Privato di sua Maestà, sezione B, e aveva colto il fiore dai rami più alti delle scienze fisiche e matematiche, del francese e del tedesco, del latino e del greco. Sapeva tutto su tutti i bacini idrici del mondo (qualunque cosa fossero), e tutta la storia di tutti i popoli e tutti i nomi di tutti i fiumi e di tutte le montagne e tutti i prodotti, usi e costumi di tutti i paesi, e tutti i rispettivi confini e la loro posizione in relazione ai trentadue punti della bussola. Ah, perfino eccessivo, questo M'Choakumchild. Se solo avesse imparato un po' di meno, quanto meglio e quante più cose avrebbe insegnato!

In questa lezione preparatoria, M'Choakumchild si mise all'opera come la Morgiana dei quaranta ladroni, scrutando dentro i vasi che gli stavano dinnanzi, osservandoli uno a uno, per vedere quello che contenevano. Dimmi, mio buon M'Choakumchild, sei proprio sicuro che, riempiendoli tutti fino all'orlo con la tua scienza bollente, riuscirai a uccidere la furtiva immaginazione che vi si cela, o talvolta solo a mutilarla e sfigurarla!

 

 

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