THE PICTURE OF DORIAN GRAY - Oscar Wilde (pag. 22)

Per questo volle studiare i profumi e i segreti della loro fabbricazione distillando olii odorosi e bruciando resine profumate provenienti dall’Oriente. Si rese conto che non vi era nessuno stato d’animo che non avesse una controparte nella vita dei sensi e tentò di scoprire i loro veri legami, domandandosi perché l’incenso spinge al misticismo, perché l’ambra grigia eccita le passioni, il muschio turba l’intelletto e la magnolia colora l’immaginazione. Numerosi furono i tentativi di elaborare un’autentica psicologia dei profumi e di valutare le molteplici influenze delle radici dall’aroma dolce e dei fiori ricchi di polline profumato, dei balsami aromatici, dei legni scuri e fragranti, dello spiganardo nauseante, dell’ovenia che fa impazzire, dell’aloe che, dicono, scaccia la malinconia dall’anima.

In un altro periodo si dedicò totalmente alla musica, e in una lunga stanza dalle finestre inferriate con il soffitto rosso e oro e pareti di lacca verde oliva, era solito tenere strani concerti, in cui zingari appassionati strappavano musiche selvagge da piccole cetre, o gravi tunisini dai gialli barracani pizzicavano le corde di enormi liuti, mentre negri sorridenti battevano con monotonia su tamburi di rame e, rannicchiati su tappeti scarlatti, sottili indiani in turbante soffiavano in lunghi pifferi di canna o di ottone e incantavano, o fingevano di incantare, grandi serpenti dal cappuccio e orribili vipere cornute. I tempi discordanti e le acute dissonanze della musica primitiva a volte lo commuovevano, quando ormai la grazia di Schubert, la bella malinconia di Chopin e le possenti armonie dello stesso Beethoven non ridestavano più il suo interesse.

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